Giuseppe Maffioli (1925-1985) è stato un poliedrico uomo di cultura,
scrittore, attore, gastronomo, al quale il radicchio rosso e la gastronomia trevigiana, veneta e italiana devono moltissimo. A lui è giustamente intitolato l'Istituto Professionale di Stato per i Servizi per l'Enogastronomia e l'Ospitalità Alberghiera
IPSSEOA di Castelfranco Veneto.
Le foto qui sotto riportate lo dimostrano.
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Rivista Vin Veneto, n. 1- Dicembre 1974, pag. 47.
Parte iniziale dell'articolo "Il radicchio rosso di Treviso" di Giuseppe Maffioli in cui
per la prima volta viene attribuita la paternità del radicchio trevigiano
al vivaista di origine belga Francesco Van den Borre (1834-1910). |
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Giuseppe Maffioli:
Manipolazione di uno scritto di Aldo Van den Borre figlio di Francesco - La Coltivazione della Cicoria rossa di Treviso, 1925 - effettuata da Giuseppe Maffioli nel 1974 sul n. 1 di Vin Veneto. (Parte finale dell'articolo, pag. 50). Gli ultimi quattro capoversi in cui si parla delle tecniche moderne di forzatura-imbianchimento del radicchio rosso di Treviso, pur firmati "Aldo Van den Borre" non sono in realtà presenti nel testo originale del figlio del presunto inventore del radicchio. |
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Scritto originale di Aldo Van den Borre (1886-1952), nel quale mancano i quattro capoversi che Giuseppe Maffioli ha aggiunto
(a firma "Aldo Van den Borre") nel suo articolo su Vin Veneto (1974). |
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Copertina del libro La Cucina Trevigiana, di Giuseppe Maffioli
edito da Muzzio nel 1983.
Nel capitolo dedicato al radicchio rosso di Treviso
Giuseppe Maffioli ripropone la manipolazione del testo di Aldo Van den Borre
già attuata nell'articolo su Vin Veneto del 1974 |
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Manipolazione di uno scritto di Aldo Van den Borre da parte di
Giuseppe Maffioli in, La Cucina Trevigiana, 1983, capitolo sul radicchio rosso di Treviso (pag. 332). Viene ripetuta dallo scrittore e gastronomo trevigiano l'operazione già effettuata nel 1974 sul primo numero della rivista Vin Veneto, attribuendo ad Aldo Van den Borre affermazioni che non aveva mai scritto.
In particolare, la tecnica di forzatura-imbianchimento con l'acqua
caratteristica della cicoria di Bruxelles (witloof)
non era praticata dai contadini trevigiani negli anni '20,
- cioè ai tempi dell'opuscolo di Aldo Van den Borre -
e men che meno nell'Ottocento all'epoca
del padre di Aldo, Francesco Van den Borre.
Il falso storico, con tanta autorevolezza accreditato,
continua a durare nel tempo, per inerzia,
tanto da essere riportato da Wikipedia. Acriticamente. |
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Giuseppe Maffioli (con il microfono) presenta La Cucina Trevigiana al Gran Gala
del radicchio in occasione della 77. mostra del radicchio rosso
di Treviso (20 dicembre 1983).
In piedi a fianco di Maffioli il presidente della CCIAA Antonio Romano.
Nel corso della serata, svoltasi al Toulà di Ponzano Veneto,
a Maffioli viene anche assegnato Il radicchio d'argento.
Con lui saranno premiati Alfredo Beltrame,
fondatore dei ristoranti El Toulà e il conte Giovanni Nuvoletti
"che curerà la presentazione
dei tipici prodotti trevigiani al ristorante Carpaccio di Parigi".
Grazie al turbinio di campagne promozionali promosse
dalla Camera di Commercio e dal Gruppo Ristoratori
della Marca Trevigiana (Confcommercio)
- che hanno tutte in Maffioli il più efficace dei testimonial -
la crisi in cui era sprofondato il radicchio negli anni '70
sta gradualmente per essere lasciata alle spalle. |
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Giuseppe Maffioli ritratto nella copertina de Il Ghiottone Veneto,
ristampa 1992 , Paolo Morganti editore
La prima edizione del Ghiottone, è del 1968.
(Editore: Bramante, Milano) |
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1959 - Locandina del primo Festival della Cucina Trevigiana
tenutosi in concomitanza con le Fiere di San Luca
nei locali del bar Peruzza a S. Ambrogio di Fiera.
La manifestazione, promossa dal comune di Treviso (assessore Dino De Poli)
con la collaborazione di Provincia ed Ente Provinciale del Turismo
(Giuseppe Mazzotti), fu - di fatto - organizzata da Giuseppe (Bepo) Maffioli
(cfr. la presentazione di De Poli alla ristampa del Ghiottone). «Ogni sera un menù differente preparato a buon prezzo da cuochi
e gestori di eccellenti trattorie della Provincia di Treviso.
Senza allontanarvi dalla Fiera potrete degustare per 15 sere
i piatti più caratteristici della Marca Trevigiana.»
Al primo Festival della Cucina Trevigiana - 1959 - parteciparono:
Trattoria al Galletto di Danilo Ragazzon, Treviso
Ristorante Postumia dei Fratelli Barattin, Oderzo
Trattoria da Aldo di Maria Cargnelli, Signoressa
Trattoria al Cacciatore di Luigi Righetto, Quinto di Treviso
Trattoria da Rino di Rino Fior, Salvarosa di Castelfranco Veneto
Ristorante Beccherie di Aldo Campeol, Treviso
Ristorante al Camin di Speranza Bon Garatti, Treviso Alle Stiore
Trattoria Zanella di Norina Zanella, San Biagio di Callalta
Trattoria Carletto di Renato Pavan, Treviso Selvana Bassa
Trattoria alla Posta di Lino Toffolin, Pieve di Soligo
Trattoria Gambrinus di Luigi Zanotto, San Polo di Piave
Trattoria Agnoletti di Leone Agnoletti - Giavera del Montello
Trattoria all'Oca Bianca di Emilio Sartorato, Treviso |
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Questo articolo è stato pubblicato il 13 dicembre 2013 e aggiornato l'1 marzo 2015
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