domenica 1 marzo 2015

Giuseppe Benzi, "l'agronomo lombardo". Notizie biografiche sul fondatore della secolare mostra del radicchio rosso a Treviso. (Prima edizione 20.12.1900)



L'agronomo Giuseppe Benzi,
1855 - 1941,

fondatore della secolare
mostra del radicchio rosso

a Treviso. Prima edizione
giovedì 20 dicembre 1900
di Camillo Pavan

Giuseppe Benzi (1855-1941) fu una personalità di spicco dell'agricoltura trevigiana fra '800 e '900. Il suo nome è indissolubilmente legato alla storia del radicchio rosso di cui organizzò la prima mostra - "iniziativa unica in Italia" - nel dicembre del 1900 sotto la Loggia dei Trecento.
Benzi, nato a Crema il 4 gennaio 1855, era giunto a Treviso come giovanissimo insegnante di storia naturale e agronomia all'Istituto Tecnico Jacopo Riccati subito dopo la laurea in agraria conseguita a Milano. Rimase sempre al Riccati, di cui fu anche preside fra il 1906 e il 1910. Si ritirò dall'insegnamento nel 1912. (1)
Fondò e diresse due giornali dedicati all'agricoltura, uno di divulgazione pratica e l'altro di approfondimento: La Gazzetta del Contadino e Il Contadino.
Si adoperò per il miglioramento tecnico e sociale del mondo agricolo nella sua qualità di dirigente-animatore del Comizio Agrario e dell'associazione dei proprietari terrieri, Associazione Agraria Trevigiana, da lui fondata e diretta.
Nelle elezioni politiche del 23 novembre 1890 (XVII legislatura del Regno) Giuseppe Benzi "giovane talento della sinistra liberale" fu eletto, secondo dei tre deputati del Collegio Treviso 1 (dopo l'avvocato di Crespano Roberto Andolfato e prima del conte di Castelfranco Pietro Rinaldi), ma venne dichiarato decaduto nella seduta della Camera del 30 giugno 1891 perché «la cattedra all'Istituto Riccati costituiva motivo di ineleggibilità essendo l'Istituto sovvenzionato dallo Stato» (2) 
Interventista, guardò con simpatia all'avvento del fascismo (3) ma non prese mai la tessera (4).
Morì l'11 gennaio 1941 nella sua casa di via Cantarane a Treviso per "un male tremendo" che in poco tempo lo strappò "all'affetto dei rurali trevigiani".
Jelmoni, nella sua commemorazione a un anno della morte, lo definì "Uomo del Rinascimento" dotato di una "profonda dottrina associata a un grande senso pratico".

Note

(1) Nella breve biografia stilata da Benito Buosi a pag. 101 del suo documentato Maledetta Giavera, risulta che Benzi, arrivato a Treviso per dirigere la fabbrica di concimi di Isidoro Alberto Coletti, abbia insegnato agraria al Riccati ed economia rurale alla Scuola di Viticoltura ed Enologia di Conegliano. 
(2) "Coincidenza volle", insinua Buosi (Op. cit., pag. 196), che nel consiglio d'amministrazione del Riccati sedesse, "in rappresentanza dello Stato", il suocero di Pietro Bertolini, cioè del primo dei non eletti, candidato dell'Associazione Liberale Monarchica e futuro padre della legge sull'alienazione del bosco del Montello - Legge Bertolini, 1892.
(3) «Bandiere rosse, bianche, gialle, labari e gagliardetti, che pure rappresentate una fede, abbassatevi; è la bandiera d'Italia che passa ... Ecco, contadini, cosa è avvenuto in questi giorni: l'anima ha prevalso sul corpo, l'ideale Dio e Patria ha ancora trionfato per la salvezza di tutti». Cosa è avvenuto?, editoriale di Giuseppe Benzi (non firmato) sulla Gazzetta del Contadino del 26 novembre 1922 a commento della marcia fascista su Roma.
(4) «... Non chiese la tessera del partito perché, già avanti in età, Gli "ripugnava di poter apparire un accaparratore di nuove cariche".» - Evaristo Jelmoni, Commemorazione di G.B. nel primo anniversario della morte.


Testata de Il Contadino, giornale d'agricoltura pratica, 
organo del Comizio Agrario di Treviso,
quindicinale fondato e diretto da Giuseppe Benzi, 
stampato dalla tipografia L. Zoppelli.
Fra i collaboratori figuravano i più bei nomi della cultura trevigiana post-unitaria: 
fra gli altri Antonio CaccianigaGiovanni Battista CerlettiGregorio Gregorj
Giovanni Battista Zava.
Al primo posto, dopo i temi di interesse economico generale, 
gli articoli sulla pellagra, la malattia della miseria, endemica fra i contadini 
del nord Italia (Friuli e Veneto in particolare, ma anche il Mantovano) dovuta 
a una dieta quasi esclusivamente a base di polenta.
Il numero del 15 maggio 1882 riporta in prima pagina
le statistiche sulla diffusione della pellagra in provincia di Treviso.
I colpiti dalla terribile malattia risultano essere 12841 villici 
(di cui 6616 abitanti nel distretto di Treviso),
180 operai e 299 mendicanti, per un totale di "almeno" 13320 pellagrosi. 

Via Giuseppe Benzi, la strada che il comune di Treviso dedicò
all'agronomo lombardo dieci anni dopo la sua morte.
Costeggia ad est la ferrovia per Vicenza e coincide
con quella che in precedenza era chiamata la Strada del Poareto.
Conduce a San Giuseppe e - incrociando via Ottavi - a Sant'Angelo e Canizzano;
in altre parole, dalla città alla campagna. Localizzazione decisamente indovinata.

Pellagra e pellagrosi (contadini trevigiani fine '800)
Momenti più significativi della vita e dell'opera di Giuseppe Benzi

1876 Laurea in scienze agrarie nella R. Scuola Superiore di Agricoltura di Milano.
1876 (26 ottobre) - 1912 (15 ottobre) Insegnante nell'Istituto Tecnico "Jacopo Riccati" di Treviso.
1878 (1 gennaio) Fonda con gli amici Giovan Battista Zava e Gregorio Gregorj  il settimanale La Gazzetta del Contadino. Due anni più tardi darà vita al quindicinale di approfondimento Il Contadino.
(Il Contadino, febbraio 1883)
"Borgogna nero, Raboso di Piave
Riessling Italiano (Welschriessling),
Chasselas bianco e rosso, Cenerente ":
vitigni posti in vendita nel febbraio del 1883
dall'agenzia del barone Ferdinando Bianchi 
grosso proprietario di Mogliano Veneto 
(circa 900 ettari).
1881 Fonda con Isidoro Coletti la "prima fabbrica di concimi chimici sorta in Provincia" e «col concorso volonteroso di pochi altri diede tutto sè stesso al sorgere di una Fabbrica cooperativa di perfosfato in Montebelluna».
1882 Collabora con Luigi Alpago Novello alla fondazione (16 febbraio) della Prima Latteria Sociale a Cison di Valmarino, cui darà ampio spazio nelle pagine de Il Contadino.
1883 È fra i promotori del primo pellagrosario italiano (a Mogliano) nella cui direzione - fra il 1915 e il 1921- rappresenterà la Provincia di Treviso. (L. Vanzetto,  I ricchi e i pellagrosi, p. 237). In precedenza fu tra i fondatori delle "Cucine economiche rurali" e degli "Essiccatoi da granoturco che precedettero la costruzione del Pellagrosario".
In questo periodo è segnalata la partecipazione di Benzi a: Commissione antifillosserica, Comitato forestale provinciale, Commissione Pellagrologica, Commissione Censuaria, Comitato provinciale zootecnico.
1884 (Settembre) Membro della Commissione per il Montello con Francesco Galanti e Antonio Saccardo. (Benito Buosi, in Venetica, n. 9 - 1988, p. 14).
1886 Gli è conferita la medaglia d'oro governativa come "benemerito delle classi rurali".
1888 Organizza l'Esposizione regionale agricola di
fiori, frutta e piccole industrie + varie mostre distrettuali di frutta ad Asolo, Farra di Soligo, Valdobbiadene e Vittorio Veneto.
1895 Autore della relazione della "Commissione Provinciale per il miglioramento del bestiame bovino". Pur avendo scritto migliaia di pagine ne Il Contadino e La Gazzetta del Contadino, questa relazione è uno dei pochi testi di Benzi conservati sotto forma di opuscolo nella miscellanea della biblioteca comunale di Treviso.
1898 Fonda la Borsa Agraria «allo scopo di facilitare le attività economiche degli agricoltori».
1898 Fonda l'Associazione Agraria Trevigiana, che dirige fino al 1921.
1898 Organizzazione della Mostra Zootecnica Provinciale.
Pubblicità dell'aratro "tutto in ferro" della
ditta Fratelli Comin di Casier Treviso
in grado "con la forza di quattro buoi"
di raggiungere una profondità di 32 cm.
(Il Contadino, 31.5.1885)
Nel riquadro viene inoltre ricordato che nella stessa 
fabbrica si costruisce «l'Aratro Sack che
 meglio d'ogni altro sistema, 
dà un rovesciamento perfetto in qualsiasi terreno». 
Tre i modelli disponibili, con relativo avantreno tutto 
in ferro: da 105 lire (peso 110 kg, profondità 32 cm) 
a 175 lire (peso 190 kg, profondità aratura 50 cm).
1899 Organizzazione della Mostra del vino e suoi distillati.
1900 Organizzazione della Mostra del radicchio.
1907 Fonda la Banca Popolare di Treviso, "Società Cooperativa a capitale illimitato", di cui resta presidente fino alla morte. «Alcuni anni prima aveva dato vita alle Casse Rurali di Maserada, Nervesa e altri paesi della Marca Trevigiana».
1909 (settembre) Promuove la nascita del Consorzio Agrario Cooperativo della Associazione Agraria. «Oggi ingrandito, è
uno fra i più importanti organismi della cooperazione italiana».
1910-1915 Presidente dell'Istituto Agrario Provinciale «cui furono deferiti tutti i servizi agrari della Provincia».
1915 Durante la Grande Guerra è presidente del Comitato Trevigiano di Assistenza Civile.
1915-1922 Presidenza del Consorzio Granario Provinciale, che doveva provvedere agli ammassi e alla distribuzione di generi alimentari  durante e subito dopo la Prima guerra mondiale. In un periodo di grandi truffe e arricchimenti improvvisi - i famosi pescecani - «chiuse il suo bilancio con un utile di gestione di oltre due milioni di lire che furono destinati alla istituzione del grande sanatorio provinciale».
1924 Con il numero del 28 dicembre chiude La Gazzetta del Contadino, diventandone comunque direttore onorario alla sua riapertura quale organo della Cattedra Ambulante di Agricoltura (direttore Evaristo Jelmoni).
1925 Organizzazione della Mostra nazionale del Crisantemo
che fu visitata anche dal re.
1926 Viene festeggiato il cinquantenario del suo "apostolato in Provincia".


Le citazioni delle attività di Benzi, non diversamente indicate, sono tratte da Giuseppe Benzi, Commemorato il 13 gennaio 1942 XX dal Prof. E. Jelmoni, Ispettore Provinciale dell'Agricoltura di Treviso, Arti Grafiche Longo & Zoppelli, Treviso 1942.

*  *  *

Da segnalare l'esistenza, nella città natale del Nostro, di un cippo marmoreo dedicato a Giuseppe Benzi (1820-1857) che fu compositore e maestro di cappella del duomo di Crema. Grado di parentela da individuare.

*  *  *
Necrologio sul Gazzettino del 12 gennaio 1941 in memoria 
del "maestro dell'agricoltura trevigiana" Giuseppe Benzi.
Sulla destra ritaglio di giornale (Vita del Popolo) che l'8 luglio 1951
ricorda l'attribuzione del nome "Via Giuseppe Benzi"
al "tronco stradale che ha gli estremi al
passaggio a livello della [via] Lazzaretti Vecchi
[attuale via Agostino Steffani] e termina sulla Noalese".
(Biblioteca Capitolare Treviso, Fondo Campagner)
*  *  *
Il maestro dell'agricoltura Giuseppe Benzi è oggi praticamente dimenticato. 
Per alcuni anni dopo la sua morte, in occasione della mostra trevigiana del radicchio, 
da lui voluta, veniva assegnato un premio in suo ricordo.
Non sarebbe il caso di ripristinarlo? * 
E non si potrebbe incoraggiare qualche giovane, 
con un premio in denaro, a realizzare uno studio approfondito sull'opera di Benzi? 

* Proposta invano lanciata alcuni anni fa da Pietro Alvise Busato in Vita e opere di Giuseppe BenziAtti e Memorie dell'Ateneo di Treviso, 1999-2000, nuova serie, n. 17, p. 123


                                                                     

Questo articolo è stato pubblicato il 22 novembre 2013 e aggiornato l'1 marzo 2015

Nessun commento:

Posta un commento